Lamezia Terme – Al via il processo, al Tribunale di Lamezia, per l’esplosione di un silos della società Ilsap Biopro, all’interno dell’area industriale di Lamezia, a causa della quale il 12 settembre 2013 morirono, per le gravi ustioni riportate, tre operai: Daniele Gasbarrone di Latina, Alessandro Panella di Velletri ed Enrico Amati della Val di Chiana.
Davanti al giudice Carlo Fontanazza, nel processo con rito abbreviato, sono imputati 5 persone: i fratelli Maurizio e Salvatore Martena, imprenditori laziali, il primo amministratore unico della Ilsap e il secondo gestore di fatto dello stabilimento nell’area industriale, accusati di cooperazione nel delitto colposo e per la violazione delle misure in tema e tutela della salute e sicurezza sul lavoro; Guido Angiello, consigliere unico e amministratore della Aurelia Srl, che per conto della Ilsap eseguiva i lavori di manutenzione dell’impianto esploso, e Francesca Angiello, amministratore unico e datore di lavoro della Aurelia service srl; a processo, poi, anche Francesco Mirarchi, direttore dei lavori, che non è imputato però, per omicidio colposo. Mirarchi, secondo l’accusa, insieme a Maurizio Martena avrebbero realizzato opere in zona sottoposta a vincolo ambientale senza le dovute autorizzazioni. Risultano a processo anche le due società: sia l’Ilsap Biopro che la Aurelia Srl. A giugno il pubblico ministero Luigi Maffia aveva chiesto per loro il rinvio a giudizio.
Il legale dei fratelli Martena, l’avvocato Mario Murone, nel corso dell’udienza ha presentato eccezione di nullità sulla formulazione di un capo di imputazione. Questo perché “due capi di imputazione riportavano erroneamente l’indicazione di fatti riportati in un capo, mentre in realtà erano descritti in un altro capo”. Il pubblico ministero, in questa udienza la dottoressa Marta Agostini, si è riservato di specificarlo nella prossima, quando si costituiranno le parti civili e si dovrebbe passare anche alla discussione. I tre operai morti nell’esplosione del settembre di tre anni fa, si trovavano sul braccio meccanico del silos per opere di manutenzione. Daniele Gasbarrone e Alessandro Panella morirono sul colpo mentre Enrico Amati il giorno successivo nell’ospedale di Catanzaro.
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