Lamezia: presentato il Saltozoppo, il nuovo libro di Gioacchino Criaco

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Lamezia Terme – Dopo il successo di Anime Nere Gioacchino Criaco torna a scrivere,  sempre orientato tra passato e presente, dei popoli guerrieri dell’Aspromonte attraverso la sua ultima favola nera “Il Saltozoppo”.  Ne ha parlato questa sera a Lamezia Terme presso la Sagio Libri insieme alla titolare della libreria Savina Ruberto e un pubblico caloroso che ha partecipato attivamente all’incontro.  Un romanzo costruito artigianalmente con la Feltrinelli che compie un nuovo viaggio in Calabria, si riempie di sentimento e restituisce particolare attenzione alla figura femminile, la quale conduce alla verità. Criaco lascia completamente liberi i personaggi di raccontarsi. “I fili della seta legati insieme diventano indissolubili” afferma la nonna ad Agnese in un giorno in cui percepisce disagio. È la storia di due popoli arroccati in due mondi diversi, uno capeggiato da lupi, un altro da aquile. I lupi sono proprietari dei monti, le aquile sono un esercito di mercenari. Poi dei nomi: Jilien Dominici e i gemelli Agnese e Alberto Therrime. Questi ultimi hanno in mano l’Aspromonte a seguito della guerra con gli aragonesi.

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Il libro racconta di un duplice possesso tra i due popoli per cui negli anni la guerra diventa guerra per fare la guerra. “C’è indubbiamente una traccia storica da cui mi piace partire sempre” – dice Criaco. In atto una sommossa contro gli aragonesi ma ‘Barresi’ capo dei mercenari abbandona tutto e le bellissime montagne dell’Allaro hanno un solo padrone: il popolo dei lupi. Emerge  una ragione del vivere tutta al maschile dove a sorprendere sarà la contrapposizione, seppur tardiva, delle donne. Succede che il posto segreto ‘ la stanza dei filai ‘ riunisce tutte le donne dei due popoli opposti che le vede allearsi e combattere per giungere alla verità. Un secondo momento della storia, ambientato a Milano, arriva ai giorni nostri. La passione – come dice Criaco – è il sentimento che unisce e contraddistingue ogni cosa.  I due giovani sembrano aver trovato la libertà apparente di amarsi e cacciar via il lupo,  il cui destino nei secoli continua a voler cercare ‘vendetta’.   Impossibile, con le riflessioni del pubblico, ma anche con le analogie storiche, sociologiche e antropologiche, non fare un paragone con Anime Nere. Ne Il Saltozoppo si evince il racconto di un amore estremo, qui c’è la voglia di lasciarsi guidare dal mostro mentre in Anime Nere si voleva distruggerlo.

Sono le donne a voler rompere l’immobilismo, la linfa che dà vita ad un complotto interno tra calabresi. E sono quelle stesse donne che si vestono di coraggio, che si vestono di bianco ai funerali a voler chiudere tutti i conti, proprio quelli a cui l’uomo forse non arriva. “Sappiamo tutti che in Calabria il centro della religione è Polsi – prosegue Gioacchino Criaco – A Berlino la Persefone è uguale. In Anime Nere ci sono altari pagani dove tutt’ora i calabresi vanno a pregare ma non lo raccontano. Ebbene, quando qualcuno si fida di noi si racconta. Le storie che ho iniziato a scrivere, a partire da quando ero piccolo ad oggi, sono collettive, sono quelle che mi sono state raccontate da mia nonna, e sono quelle che oggi racconto ai miei nipoti”.  Nel libro il fiume Allaro si arrabbia, proprio come qualche giorno fa in Calabria distruggendo il ponte, ma non per un atto di violenza bensì di pietà. Le piene dell’Allaro portano via la ragione del contendere.  Le alluvioni per gli aspromontani sembrano essere punizioni divine, di fronte le regole non rispettate, di fronte l’indifferenza. La peste arriva perché non abbiamo mai pensato a come curarla, dice così Jilien. Il Saltozoppo era un gioco che facevamo da bambini con una gamba sola – ironizza in conclusione della serata Criaco – forse perché ci stavamo preparando al fatto che crescendo non sarebbe stato facile. Ma la storia è ciclica, speriamo nel ciclo giusto ma aiutiamolo a farlo nascere prima del previsto”.

V.D.

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