Lamezia, Panzarella (Confad Aps): "Piano di zona locale per disabilità fallisce nel rispondere ai bisogni dei cittadini"

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Lamezia Terme - Piervincenzo Panzarella, Consigliere nazionale Confad Aps (coordinamento nazionale famiglie con disabilità) e inviato permanente per conto di Confad Aps presso l’Osservatorio Nazionale sulla disabilità presso la Presidenza del Consiglio interviene in una nota, in merito al Piano di zona locale. “È bastato poco. Qualche telefonata. Qualche interlocuzione con amministratori locali e addetti ai lavori per capire tutto! Il Piano di Zona per la gestione associata delle funzioni relative ai servizi socio-assistenziali del comprensorio lametino non funziona e non risponde minimamente ai bisogni dei suoi cittadini! Il piano istituito intorno all’anno 2000 (chi scrive era il coordinatore del tavolo delle disabilità nella fase di studio) che comprende insieme al comune capofila Lamezia Terme gli altri 11 comuni del comprensorio. È stato istituito per poter realizzare sul territorio quanto previsto dalla legge 328 del 2000. La stessa legge all’art. 19 ne prevede l’istituzione”. L’obiettivo del Piano, prosegue Panzarella: “è quello di offrire, con un’ottica di economia di scala e di armonizzazione, servizi socio assistenziali sia su richiesta diretta dei cittadini ma anche offrendoli direttamente utilizzando i molti bandi che a livello regionale, nazionale e comunitario vengono emanati di vola in volta. A sovraintendere l’attività è la Conferenza dei sindaci dei comuni partecipanti che ne indirizzano l’attività e svolgono funzione di controllo. Per gestire il piano viene nominato un dirigente e un team di lavoro formato da personale individuato nei comuni (proporzionalmente alla propria popolazione) e/o assunto a tale fine dal Pdz. Ogni comune inoltre partecipa con una quota di 0,75€ ad abitante alla dotazione finanziaria del Pdz. Dopo questa lunga premessa necessaria in termini di informazione, preciso che, dopo la mia partecipazione in qualità di invitato permanente all’Osservatorio Nazionale sulle disabilità presso la Presidenza del Consiglio e partecipante al tavolo che ha il compito di collaborare alla stesura della legge che prevede il riordino delle attività socio assistenziali, mi sono accorto della quasi totale inattività del Pdz e conseguenzialmente della totale assenza dei servizi offerti dai comuni del comprensorio in ambito socio assistenziale ai propri cittadini”.

Un esempio per tutti: “a Palermo - spiega il consigliere nazionale Confad Aps - in questo momento ci sono attivi 1000 progetti di vita indipendente (dedicato ai disabili), nel nostro comprensorio dal 2000 ad oggi è stato attivato un solo progetto. Il motivo principale è dovuto alla mancata informazione e offerta ai propri cittadini che ne avrebbero diritto. Ma questo è solo un esempio. Moltissimi bandi non vengono utilizzati o vengono utilizzati in forte ritardo (vedi quelli della non autosufficienza, dei caregiver familiari o sul dopo di noi). Il risultato finale è il flop più assoluto di questo Pdz e il fallimento della politica che non riesce a rappresentare i bisogni dei suoi cittadini più deboli. In altre parole, i soldi ci sono ma non vengono spesi. Cosa succederà con l’autonomia differenziata? Sentito qualche amministratore locale lo stesso si è giustificato attribuendo la colpa all’inefficienza dell’ufficio del piano, sentito a sua volta l’ufficio del Piano la dirigente mi si giustifica evidenziando la scarsità di personale e la non collaborazione da parte dei comuni associati. Sentita anche l’Asl (altro attore coinvolto nella filiera della richiesta dei PDV) mi comunica che loro sono pronti a valutare ogni piano presentato. Infine, sentite quotidianamente le famiglie queste manifestano la disperazione più assoluta e il sogno di andare via verso regioni più organizzate, dove i diritti sono più rispettati. Questa situazione sociale emergenziale ho avuto già modo di condividerla personalmente col Ministro alla Disabilità On. Le Locatelli. Cosa possiamo fare oltre che denunciare? Intanto informare la popolazione in generale sullo stato delle cose e dei loro diritti disattesi. Confidiamo inoltre nell’azione del Garante dei disabili nominato recentemente dal Consiglio regionale, avv. Siclari che ho avuto modo di conoscere personalmente e ho avuto l’impressione di trovarmi davanti a persona seria, competente e sensibile. Infine, avvisare gli amministratori locali che una recente sentenza ha condannato il comune di Vibo Valentia a risarcire una famiglia che dopo 3 anni dalla domanda non aveva ancora ottenuto un piano personalizzato per il proprio figlio. Il risarcimento ammonta a 30 mila euro. Ricordo che i comuni sono obbligati a prendersi carico di queste richieste a prescindere o meno della disponibilità finanziaria dell’Ente. In questi casi un efficiente Pdz può affrontare le richieste recuperando le fonti di finanziamento attraverso i vari bandi attivi anno dopo anno. Il nostro compito è di informare i cittadini dei propri diritti e ricordando a tutti che quando la colpa non sembra di nessuno allora vuol dire che la colpa è di tutti”.

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