Prezzemolo e finocchio

Scritto da  Pubblicato in Maria Arcieri

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Si evita da parte del genere maschile ( la maggior parte) di cibarsi di pane. Avete letto bene, il genere maschile sempre di più dichiara di stare attento alle abitudini alimentari dopo aver ( non tutti) preso in giro le donne per le sedute estenuanti di pilates e i costosi trattamenti estetici. Ora, in questi anni devono avere capito che bisogna “imitare” le donne per la propria cura.

 E hanno iniziato questa fase salutaristica e di ringiovanimento. Alcuni si sono  affidati alle equipe di nutrizionisti personal trainer e centri estetici e hanno deciso di servirsi della carta di credito per i pacchetti negli Istituti di bellezza. Al punto  che hanno scavalcato le clienti più assidue che devono aspettare per le loro sedute tra quella settimanale dell’ingegnere e dell’imprenditore che ormai sono prenotati da mesi. Ti chiedi: ma questi fino all’altro giorno non conoscevano neanche l’esistenza delle creme del viso e ora superano la presenza delle estetiste. Poi è iniziata la mentalità  dell’ortoressia,  la fissazione del cibo naturale per eliminare le tossine. Ma hanno trasformato uno stile di vita salutare in un ossessione. Entrambi i sessi in maniera leggermente diversa. Dalla lettura al supermercato di ogni ingrediente al completo isolamento quando nelle cene con gli amici o in famiglia l’ortoressico si vede “costretto” a mangiare cibi “considerati” pericolosi. E’ una ossessione che porta a seguire delle diete molto restrittive e vivere una forma di isolamento sociale.

Della serie;  il cibo “sano” per queste persone è diventato una missione morale per il loro modo di pensare in cui il focus è  mantenere il corpo puro e sano e si è entrati nello spettro ossessivo-compulsivo dei disturbi della condotta alimentare. Li noti per una ricerca di perfezionismo,  e del bisogno di controllo maniacale. In Italia l’ortoressia conta un numero di 450 mila persone di cui l’11,3%  uomini e 3,9% donne. Insomma, siamo in un momento storico in cui molte persone dedicano i loro pensieri quotidiani al cibo, su cosa comprare, come cucinare e se fa bene e quante volta a settimana mangiarlo. Beh direi che siamo veramente alla frutta!

 

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