Lamezia, processo pestato e costretto a truffa: in aula la testimonianza di uno degli imputati

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Lamezia Terme - Nella scorsa udienza, nell’aula Garofalo del tribunale lametino, era stato ascoltato il collaboratore di giustizia Battista Cosentino, oggi, sulla stessa vicenda di un presunto ‘sinistro simulato’, è stato ascoltato il fratello: l’imputato Francesco Cosentino. Giovanni Scaramuzzino, Antonio Voci, Franco e Luigi Trovato, sono gli altri imputati in questo processo, costola di “Perseo”. Davanti al presidente Carè e, a latere, i giudici Loscanna e Martire, l’imputato ha risposto alle domande dell’avvocato Rosa, riferendo di non ricordare di essere stato coinvolto in un sinistro stradale, nel 2010, con un camion.

L’imputato in aula ha raccontato di aver avuto “una monovolume a cui gli si era fuso il motore. Lo avevo lasciato per strada e mio fratello mi disse che l’aveva portata da alcuni amici a riparare, dai fratelli Trovato. Prima mi disse che l’aveva portata a riparare e poi che, mentre la provavano, avevano fatto un incidente. Io ho firmato i documenti per la demolizione della macchina ed in cambio ricevetti una Fiat punto alla quale ho passato l’assicurazione normalmente”. L’imputato ha così avuto modo di rilevare che “non risultavano incidenti dall’attestato di rischio”. Quest’auto, ha precisato “l’ho tenuta due o tre mesi”. “Quando ho saputo di chi era – ha aggiunto - non l’ho voluta più”.

Alla domanda del legale sui rapporti con il fratello, ha risposto: “Non sono molto buoni. Lui ha fatto le sue scelte ed io le mie. Lui ha avuto la testa calda”. Il Pm Agostini gli ha sottoposto il Cid del sinistro sul quale l’imputato non ha, però, riconosciuto la sua firma. In merito ai soldi che avrebbe ricevuto dai fratelli Trovato, ha risposto “non ne ho mai ricevuti”. L’udienza è stata poi rinviata al 24 aprile.

R.V.

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