Lamezia: progetto installativo del duo artistico Plutino2 a Palazzo Panariti

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Lamezia Terme - In occasione della Undicesima Giornata del Contemporaneo indetta annualmente dall’AMACI, l’Associazione Culturale Aleph Arte presenta negli spazi esterni di Palazzo Panariti un progetto installativo e performativo del duo artistico PLUTINO2, dal titolo Lavori in corso. "Con questo appuntamento a cura di Federica Longo e Silvia Pujia, Aleph Arte dà seguito a Un’Opera, il progetto curatoriale inaugurato nel 2010 che prevede di volta in volta l’esposizione di un’unica opera d’arte, privilegiandone l’intima fruizione. I gemelli Giuseppe e Pietro Plutino, in arte “Plutino al quadrato”, sono giovani artisti calabresi, già inseriti nella scena espositiva nazionale ed internazionale, come testimoniano le recenti presenze ad eventi in Italia e Francia. La loro produzione è eclettica, è una costante ricerca e sperimentazione che spazia dalla pittura alla scultura, dalla performance all’installazione. La collaborazione e la sincronia ideativa è estrema, tanto da poterli considerare un unico artista, in quanto ormai da tempo creano a quattro mani, ma non solo. Il duo artistico si riconosce in quella identità condivisa, esemplificata in quell’effetto " mirror ", in cui l’uno di fronte all'altro vede di sè “il riflesso che parla, dice e resolve”. Lavori in corso è un’indagine sulla relazione tra soggetti e, tra questi e lo spazio nell’eventualità di una sua condivisione. Una ricerca in progress volta a ricreare un moderno spazio embrionale, quasi un ritorno al grembo materno, a quel luogo archetipico che ha rappresentato per tutti la prima esperienza di spazialità e che, se condiviso, induce a negoziare i termini della convivenza: l’uno deve plasmare il proprio esserci in relazione a quello dell’altro, al suo muoversi, coordinando reciprocamente i movimenti. 

L’impalcatura che gli artisti simultaneamente montano al momento della performance, rappresenta una porzione di spazio modulabile, indica un’idea di spazio costruito dalle relazioni umane che si inscrivono in esso tramite il linguaggio dei corpi. Costruirlo per entravi e una volta all'interno muoversi. Le aste delimitano questo spazio rendendolo estraneo all'ambiente circostante e spostando l'attenzione, di chi osserva, al suo interno e, per chi lo abita, verso se stesso, la propria identità, i propri gesti e movimenti. L'idea di spazio agente e spazio agito in questo lavoro coincidono. La struttura, seppure standard, rispetta le proporzioni del corpo umano, dal Rinascimento unità di misura per la progettazione architettonica, sintetizzando visivamente un'immagine antropometrica. Un richiamo all’uomo vitruviano, dalle proporzioni ideali: l’uomo che in piedi e a braccia aperte è inscrivibile in un quadrato e che al tempo stesso può misurare e contenere, nell'ambito dell'esperienza, lo spazio definito dalla struttura. E' questo il celebre “homo ad quadratum” di Vitruvio, un uomo che entra in contatto con la figura geometrica in maniera del tutto proporzionale e in sintonia, "misura di tutte le cose", dello spazio e del tempo. 

Una sorta di ritratto della condizione umana, una situazione di tipo esistenziale incentrata sulla relazione dell'uomo con lo spazio, uno spazio in cui però "qualcosa" non è riconducibile a misura, la eccede e interferisce, qualcosa con cui comunque bisogna fare i conti, “l’altro”. “La porzione di cui hai bisogno per muoverti presuppone l’incidente di doverlo condividere” e, nel Lavoro in progress dei Plutino2, è l’incidente, l’incontro-scontro con l’altro vissuto armoniosamente, a innescare l’azione e a mantienere costantemente in progress la loro ricerca".  

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