Calabria: Divisioni amministrative dai Normanni al nostri Giorni

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L’attuale nome della regione risale al Basso Medioevo e furono i Bizantini a denominarla così, mentre i Romani l’avevano chiamata Bruzio (in latino Brutium), in quel periodo la regione fu a lungo contesa tra i Longobardi e i Bizantini e il confine tra le due parti correva, grosso modo, lungo il corso del fiume Savuto (il quale nasce poco ad est di Bocca di Piazza e sfocia sulla costa tirrenica) e quello del Neto (che nasce presso Monte Scuro e sfocia sulla costa ionica) ; entrambi i corsi d’acqua hanno origini in Sila a poca distanza l’uno dall’altro.

Tale ripartizione sostanzialmente si mantenne fino all’istituzione del Regno delle Due Sicilie da parte di Ferdinando IV di Borbone nel 1816.

La conquista dei Normanni nella seconda metà del Secolo XI segnò il definitivo tramonto della presenza bizantina nella regione, Mileto diventò la sede della contea di Calabria, che ebbe un notevole sviluppo economico; successivamente la conquista normanna della Sicilia, strappata ai Musulmani, fece sì che gli interessi dei nuovi governanti si rivolgesse prevalentemente verso la nuova regione e in Calabria si verificò una stasi nel suo progresso.

Dal punto di vista amministrativo durante la dominazione normanna vi furono due suddivisioni amministrative della Regione: Il Giustizierato di Vallo Crati e quello di Calabria, i cui confini, all’incirca, restarono quelli indicati sopra.

Sotto i Normanni e gli Svevi la Regione ebbe un certo sviluppo economico ed anche civile, a Lamezia Terme ne offre una rilevante testimonianza appunto il Castello Normanno -  Svevo, che tra l’altro svolgeva la funzione di custodia del tesoro imperiale della Calabria e della Sicilia Orientale.

Durante il periodo della dominazione angioina, dalla metà del XIII secolo fino al 1442, allorché la regione passò totalmente e definitivamente ad Alfonso I d’Aragona, la Calabria subì le conseguenze nefaste della guerra tra Angioini ed Aragonesi, ma in modo particolare la piaga del feudalesimo, soprattutto baronale.

La regione nel Regno aragonese aveva, in ogni modo una notevole importanza, e questo fu dimostrato dal fatto che il futuro re Ferrante, figlio naturale di Alfonso il Magnanimo, aveva assunto il titolo nobiliare di Duca di Calabria.

Durante la dominazione aragonese vi fu un certo sviluppo dell’artigianato e del commercio grazie principalmente alla produzione di tessuti, di notevole rilievo quelli della sete, che erano esportati anche in altre regioni oltre a soddisfare i consumi della regione stessa.

Agli Aragonesi si sostituì il dominio spagnolo nel XVI secolo e verso la fine dello stesso i nomi dei due Giustizierati scompariranno e saranno sostituiti, rispettivamente, da quello di Calabria Citra (avverbio latino: ‘al di qua’) ed Ultra (avv. lat. ‘al di là’), tali denominazioni furono fatte in relazione alla capitale del Regno Napoli ed a corso del Fiume Neto, di cui si è scritto sopra.

Durante il governo francese della Regione dal 1806 al 1816 la situazione amministrativa restò identica alla precedente, tranne per il fatto che il capoluogo della Calabria Ultra fu spostato da Catanzaro a Monteleone ( l’attuale Vibo Valentia ) .

Il ritorno al potere di Ferdinando IV di Borbone a Napoli portò all’istituzione del Regno delle Due Sicilie ed ad un nuovo riordino amministrativo: la Calabria Ultra fu divisa in Calabria Ulteriore Prima con capoluogo Reggio Calabria e Calabria Ulteriore Seconda con capoluogo Catanzaro, Monteleone perse il ruolo di capoluogo.

Il Regno d’Italia, dopo l’impresa dei Mille, mantenne le ripartizioni della regione, ma le province furono denominate dal nome del rispettivo capoluogo.

C’è da evidenziare che era frequente l’espressione: ‘Le Calabrie’, per designare la nostra regione, ad esempio: “Dei terremoti di Messina e delle Calabrie dell’anno 1783”, tale denominazione è perdurata fino alla prima metà del secolo scorso.

Nel marzo 1992 furono istituite le Province di Crotone e Vibo Valentia, il cui territorio prima apparteneva alla Provincia di Catanzaro; queste sono le uniche che sono bagnate da un solo mare, rispettivamente lo Ionio e il Tirreno.

Il Consiglio dei Ministri il 31 ottobre dell’anno scorso aveva approvato un decreto legge sul riordino e la riduzione delle province che, tra l’altro, prevedeva l’accorpamento delle Province di Crotone e Vibo Valentia a quella di Catanzaro, ma le dimissioni del governo Monti non ne hanno consentito la conversione in legge, per cui le province in Calabria sono rimaste cinque.

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