Nancy Brilli torna in Calabria per AMA con la commedia Manola: "Qui un pubblico affettuoso e intelligente"

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Lamezia Terme - Sarà in scena il 23 febbraio al Politeama di Catanzaro Nancy Brilli, che interpreterà con Chiara Noschese per la Stagione di Prosa di AMA Calabria la trascinante commedia “Manola”, scritta da Margaret Mazzantini, con la regia di Leo Muscato: una pièce profonda e comica allo stesso tempo che vede in contrapposizione due sorelle gemelle diversissime, e la loro strana relazione con una fantomatica terapista dell’occulto – Manola, appunto – alla quale si rivolgono entrambe con gli occhi al pubblico, rivelandogli a turno la propria verità.

Com’è stato interfacciarsi con la Noschese creando un personaggio che fosse in qualche modo opposto al suo ma che nello stesso tempo fosse sua sorella?

“Sì, i caratteri delle due protagoniste sono opposti, e nel secondo atto si ribaltano su sé stessi trasformandosi completamente. Le due sono sorelle gemelle ma si odiano, fin dal grembo materno, e in realtà si parlano pochissimo, solo un paio di volte. Per il resto si interrompono a vicenda, alternandosi nell’interpellare la stessa fantomatica “terapista dell’occulto” – forse cartomante, forse pranoterapeuta – che entrambe hanno scelto come confidente, e che si identifica in realtà con il pubblico in sala. Chiara Noschese è un’attrice comica talentuosa, perfetta per la sua parte. A rendere lo spettacolo interessante è anche il fatto che ad interpretarlo oggi siano due donne mature, non senza risvolti divertenti”.

Lei ha già interpretato questa commedia una prima volta alla fine degli anni ’90. Che cosa cambierà in questa versione? Essendo cambiati i tempi, anche la sua interpretazione sarà diversa in qualche misura?

“Ovviamente, sarà molto diversa. Perché, allora, in questa commedia ero una ragazza di circa 30 anni che si pavoneggiava, giocava col suo corpo, si poneva in maniera avventata. Ora dovrò fare la stessa cosa, con gli stessi vestiti, a 50 anni: e dunque sarò quella che “non si vuole arrendere mai”, che si ostina a portare la minigonna, i tacchi alti e i capelli lunghi fin sotto la schiena. Chiara sarà l’opposto: brutta, negativa, uccello del malaugurio, una che si vede tutto il mondo contro. E dai nostri monologhi con la cartomante tutto questo emergerà”.

Lo sfondamento della quarta parete – che realizzerete rivolgendovi direttamente al pubblico mentre fingete di conversare con un personaggio immaginario – è un espediente scenico affascinante, ma anche complesso, non sempre di facile applicazione. Com’è stato metterlo in atto in questo caso?

“Sì, è un espediente fondamentale. Le due protagoniste come ho detto si odiano. I nostri monologhi saranno un modo per litigare, tirando in ballo tutte e due la stessa persona: Manola, ovvero lo spettatore. Non saremo l’una di fronte all’altra ma ognuna racconterà sé stessa direttamente al pubblico. E gli dirà che la verità è solo la sua”.

Lei è un’artista versatile, ha avuto una carriera straordinaria. Cosa prova quando recita a teatro? Cosa significa per lei rispetto ad altre forme di spettacolo, come il cinema o la televisione?

“Il teatro è un luogo salvifico, dove l’arte ha ancora un senso. Tv e cinema a volte molto meno. Certo, il cinema è più seduttivo, recitare lì è divertente perché facendo pochissimo si può ottenere molto: alzi un sopracciglio e racconti un mondo. A teatro, se alzi un sopracciglio, in realtà non si vede niente: bisogna lavorare di più”.

Cosa si aspetta dal prossimo soggiorno in Calabria e dal pubblico calabrese?

“Il pubblico calabrese è sempre stato un pubblico molto affettuoso, intelligente, a cui piace ridere. È tutto quello di cui “Manola” ha bisogno. Ovviamente, dopo lo spettacolo, nel tempo che resta andrò a godermi le bellezze del posto. Mi piace molto fare la turista durante le tournée”.

Giulia De Sensi

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