
Lamezia Terme – “Il tema dei beni confiscati nella nostra Regione è una medaglia a due facce. La Calabria, insieme alla Sicilia, detiene il triste primato del maggior numero dei beni confiscati. Sta a noi trasformarlo da primato negativo in positivo”. Il modello Reggio illustrato dal sindaco Falcomatà nella gestione dei beni confiscati è stato motore propulsivo dell’incontro organizzato presso l’ex sala consiliare a Sambiase da Lamezia Unita, con capogruppo il consigliere Luigi Muraca. Il dibattito, moderato dall’avvocato Renzo Andricciola, ha visto anche gli interventi del sindaco di Lamezia Paolo Mascaro e del presidente della commissione contro la ‘ndrangheta Arturo Bova.

La poca conoscenza della normativa sull’affidamento dei beni confiscati, la lentezza della giustizia sui procedimenti di sequestro e confisca degli stessi, ma anche le difficoltà nel riassegnarli e il possibile trasferimento dell’Agenzia Nazionale dei beni (nata con la legge 50 del 2010) da Reggio a Roma, hanno portato il gruppo civico lametino al confronto per formulare proposte tese a migliorare il lacunoso sistema. “Quello dei beni confiscati è un argomento centrale – ha affermato l’avvocato Luigi Muraca – ed è centrale perché è quello che fa più male alle cosche. In campagna elettorale avevamo più volte affermato che se la mafia ci avesse votato avrebbe fatto un pessimo affare e alla base del nostro gruppo, oltre alle attività che si stanno portando avanti, c’è prima di tutto il rispetto della legalità”. Sui beni confiscati in particolare, il consigliere Muraca ha proposto la necessità di dare vita ad un tavolo interistituzionale per meglio gestire il sistema legato ai beni e agli iter troppo lenti. Altro aspetto, non trascurabile, riguarda il lungo periodo che spesso intercorre tra il procedimento di sequestro e confisca, con il conseguenziale depreziamento del bene e un esborso di denaro non sempre possibile da parte delle amministrazioni locali.

Tanti i risultati raggiunti in questo campo dalla città di Reggio nonostante le difficoltà che la Regione sta attraversando e che il Sindaco non nasconde. Le numerose intimidazioni ai danni del presidente della commissione antimafia Bova ne sono infatti la prova. “La ‘ndrangheta è tornata a sparare, a bruciare automezzi e vetture, ad intimidire, e niente di peggio può accadere per chi con passione decide di amministrare un ente pubblico”. Falcomatà elenca le iniziative portate avanti, come un protocollo siglato per istituire a Reggio un osservatorio contro le intimidazioni agli enti locali, con la possibilità di fare rete e di programmare al meglio la sicurezza della città, ma anche l’intitolazione di un centro per le vittime innocenti della ‘ndrangheta nel quartiere Archi. Tre gli aspetti fondamentali evidenziati che devono essere alla base del sistema: servizi sociali per la collettività come destinazione per i beni confiscati, l’importanza di assegnare in primis i beni ai più bisognosi e un supporto alle aziende confiscate per tutelarne i posti di lavoro, reinvestendo i fitti commerciali in attività sociali.

“A Lamezia ci sono 21 beni confiscati – afferma invece il sindaco Mascaro – e saranno a breve 22. Quale arma più efficace e devastante per la criminalità se non quella di sottrarre a loro tutto? E’ questa la strada maestra”. Il primo cittadino ne ribadisce le procedure lente e farraginose ma ricorda soprattutto le attività messe in campo con l’operato di Don Giacomo Panizza negli immobili confiscati di via dei Bizantini. Luoghi di intimidazione ma soprattutto luoghi simbolo del riscatto sociale per la città. Anche lo stesso Don Panizza, presente in sala, rimarca l’importanza di fare rete, di un percorso che nel piccolo “deve essere compiuto insieme”. L’importanza dell’aspetto culturale viene poi evidenziata dal presidente della commissione antimafia Arturo Bova, con il coinvolgimento delle nuove generazioni all’interno dei progetti politici. “Il programma dei beni confiscati portato avanti dall’amministrazione Falcomatà è un modello altissimo – sottolinea – un modello da seguire”. Le conclusioni, che ne hanno delineato poi l’aspetto operativo dell’incontro, sono state del capogruppo di Lamezia Unita, Luigi Muraca.

Tra le proposte: la possibilità di utilizzare una percentuale del FUG (Fondo unico di giustizia) da destinare agli enti locali per il recupero dei beni depreziati; l’istituzione di un tavolo permanente tra l’Agenzia Nazionale dei beni, la Procura della Repubblica, la Prefettura e i Comuni per agevolare loro nelle assegnazioni; l’istituzione nel Comune del registro dei beni sottratti; la costruzione di una rete d’aziende confiscate per far sì che ameno inizialmente possano superare il peso della misura della confisca; sgravi fiscali o premialità per chi si rivolge alle aziende confiscate; la formazione di figure professionali specializzate, con rivisitazione della normativa, per il rilancio delle attività aziendali e infine una forma di istituzione coatta nel proseguire i rapporti bancari.
Alessandra Renda
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