Ancora sull’area metropolitana lametina

Scritto da  Pubblicato in Basilio Perugini

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basilio-perugini.jpgNei giorni scorsi, da uno scambio di idee con alcuni amici lametini, ho amaramente tratto l’impressione della esistenza di diffusi sentimenti di sfiducia e di rassegnazione per l’atmosfera che aleggia intorno alla classe politica lametina,  che appare più intenta alla quotidiana creazione di immotivate polemiche, strumentali a limitati interessi personali o di parte, piuttosto che alla formulazione, il più condivisa possibile di proposte idonee alla tutela degli interessi generali della Città e dei cittadini. Sentimenti di sfiducia e di rassegnazione ancora più radicati nella gente per la convinzione che anche le future elezioni amministrative potrebbero non essere risolutive perché, come spesso nel recente passato, potrebbero essere enormemente influenzate da pratiche clientelari e da accordi di spartizione del potere che impedirebbero l’emersione di amministratori capaci ed immuni da vincoli ideologici o da logiche estranee alla tutela effettiva degli interessi generali.

Sfiducia e rassegnazione derivanti anche dalla convinzione che gli elettori non sarebbero messi in condizione di comprendere appieno tutte le proposte che vengono avanzate in questo periodo, proposte percepite come proclami propagandistici ai quali non seguiranno concrete iniziative perché ritenute irrealizzabili. Tra queste anche l’auspicabile costruzione dell’area metropolitana lametina. Personalmente ritengo eccessivo questo  pessimismo, che è causato evidentemente da tutte le emergenze negative che hanno caratterizzato questi ultimi anni e che si sono susseguite con un ritmo incalzante ed in progressione geometrica.

Ho fiducia nei lametini e nella loro capacità di riflessione che consentirà di operare scelte consapevoli e non influenzate da pratiche clientelari e da logiche spartitorie proprio in difesa degli interessi collettivi e per una orgogliosa riscossa della Città. Per quanto concerne la realizzazione dell’area metropolitana lametina, auspicata da coloro che hanno un minimo di lungimiranza e tra i quali, senza falsa modestia, ritengo di essere, occorre fare alcune riflessioni. Esistono gli strumenti normativi per realizzarla, a partire dalle unioni tra Comuni e dai consorzi obbligatori tra  Comuni per la gestione di servizi, forme di cooperazione che laddove sono state realizzate hanno evidenziato risultati più che positivi ed hanno confermato il principio che “l’unione fa la forza”.

Naturalmente l’approccio propositivo che la nostra Città dovrà indirizzare agli altri Comuni da associare (per me tutti quelli che facevano parte del vecchio collegio senatoriale che, in passato, gravitavano naturalmente su Nicastro per le più svariate esigenze, da quelle amministrative a quelle giudiziarie, da quelle sanitarie a quelle scolastiche, da quelle culturali a quelle ludiche, per finire ai mercati, alle fiere ed agli acquisti ”dell’oro” per le spose nelle tre storiche gioiellerie allora presenti), non deve essere quello dei colonizzatori nei confronti delle colonie. Deve essere un approccio in cui la dignità di ogni Comune deve essere salvaguardata e rispettata; in cui ci si propone di coordinare gli sforzi per valorizzare le peculiarità storiche, culturali, di costume ed economiche di ciascuno di essi; in cui ci si spenda insieme per la creazione di istituzioni, enti ed attività al servizio di tutti per un’armoniosa crescita culturale, sociale ed economica; per la difesa del lavoro in ogni sua forma; per il sostegno dei giovani e delle iniziative che li riguardano; per la realizzazione integrale di tutte le possibili risorse provenienti da attività e servizi pubblici che insistono sul nostro territorio e per il loro reimpiego a favore dell’intera popolazione dell’area lametina; in una parola per la effettiva difesa della dignità di tutti i cittadini. La realizzazione di tutto questo è il mio auspicio e deve essere l’auspicio di tutti coloro che amano disinteressatamente Lamezia.

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