Il banditore, le repliche e le controrepliche, i tweet in politica

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

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pino_gulla.jpgCi siamo ricordati di Tidoru, il banditore di Nicastro negli Anni ‘50, quando abbiamo letto di Amerigo Bucciarelli che, “armato di corno in ottone, girava per le vie del paese e le contrade portando le notizie importanti dell’Amministrazione comunale” di Casalbordino in Abruzzo. Ne parla Sara Bentivegna, docente di comunicazione politica presso l’Università La Sapienza di Roma, in “A colpi di tweet”. La studiosa fa riferimento a questa figura, che appartiene ad un passato ormai lontano, per evidenziare come un tempo comunicati, bandi, avvisi dei governi locali raggiungevano tutti gli abitanti. Però le notizie erano divulgate da “qualcuno che alla comunità apparteneva”. Pare preistorico. Oggi la comunicazione è nelle mani dei media. A pag. 84 sembra che la sociologa  rivolga l’attenzione ad alcune  modalità della polemica politica lametina, passatiste ed inconcludenti: “… La dichiarazione di un soggetto politico ( … ) può avere una replica immediata tramite la pubblicazione di un  tweet annullando il ritardo che un tempo accompagnavano le repliche e le controrepliche ( … ) annullando, anche, la possibilità di una riflessione sul valore e sul significato di quanto detto a causa dello spostamento dell’attenzione sul nuovo intervento, che rende immediatamente vecchi quelli precedenti ( … ) [con] il rischio che si verifichi un effetto polverone”. Oggi la replica può essere affidata, semplicemente e velocemente, ad un tweet, anche se  resta alto il rischio dell’attenzione dell’utente rivolta  solo sull’ultimo tweet, senza traccia “di scambio discorsivo”.

 La narrazione si trova quotidianamente nei  social media e in particolare in  twitter. In realtà quest’ultimo  ha ereditato gran parte dalla tv, che in precedenza ha raccontato e continua a raccontare i fatti della comunità diventati patrimonio collettivo della stessa. Con qualche differenza rispetto al passato: twitter narra gli avvenimenti direttamente agli utenti che possono intervenire immediatamente. Si diffonde un’autonarrazione che va dal chiacchiericcio al discorso impegnato, magari collettivo, sociale o politico. In molti casi, specialmente politici, le notizie vengono ripresi o rimbalzano su giornali e tv. Le parole di Bentivegna: “Questo intreccio tra banalità e serietà di argomenti riflette un’articolazione del prodotto comunicativo, ispirato alternativamente a una prospettiva individualistica o comunitaria”. La seconda diventa narrazione corale con i contenuti provenienti “da diversi soggetti (imprese editoriali, giornalisti, politici, attivisti, cittadini)”. Tale racconto si esprime attraverso twitter che negli ultimi tempi è divenuto centrale per la politica. Per le nostre conoscenze, Manuel Castells (citato da Bentivegna), spagnolo, ma docente di Tecnologia della Comunicazione presso l’Università della California del Sud, è riferimento importante in quanto ritiene fondamentale per la politica “il controllo della comunicazione e della informazione (Comunicazione e potere)” che si può esprimere in controinformazione (o contropotere) nella la società in rete a livello globale e locale (global e local). Comunicazione, informazione, potere  e contropotere sintetizzano il modo di essere della politica contemporanea che si realizza con i media. Ultimamente largo spazio è stato conquistato da twitter: 140 caratteri di “brevità, semplicità e velocità” hanno rivoluzionato la comunicazione. Arriva veloce prima degli altri media.

 Abbiamo scelto qualche tweet dal libro summenzionato.

@angealfa, 29/9/2013: Sono berlusconiano e leale. Ma se prevarranno estremismi, sarò diversamente berlusconiano (p.78).

Alfano, vicepremier del Pdl e ministro dell’Interno nel governo Letta, si dissociò dallo strappo deciso da Berlusconi, subito dopo uscì insieme ad altri parlamentari dal partito di Berlusconi e fondò il 15 novembre 2013 il Nuovo Centro Destra. Il messaggio, di cui sopra, importante per le dinamiche politiche nazionali, venne lanciato senza informare i giornalisti o gli organi di partito, evitando chiarimenti o contraddittori. Come se il ministro avesse avuto un’agenzia di stampa personalizzata ridotta a tweet, senza fare comunicati stampa, né tantomeno conferenze stampa. Altro che repliche e controrepliche. E’ sufficiente un tweet.

Nel prossimo tweet ci rendiamo conto come si è  creato un sistema ibrido tra tv, carta stampata, social network; tra giornalisti e politici. Cambia radicalmente il modo di fare giornalismo.

@matteorenzi 26/1/2015, 22.45: Trame, segreti, finti scoop, balle spaziali e retro pensieri: basta una serata alla tv e finalmente capisci la crisi dei talk show in  Italia (p. 9).

Il talk show di cui parla Renzi è Piazzapulita in onda su La7. Ci sono stati commenti sul tweet durante  la trasmissione. Tweet e tv insieme. Il giorno dopo sui quotidiani nazionali e anche stranieri (The Guardian).

E l’utente diventa protagonista. Domande dei cittadini, risposte del primo ministro.

@utente: Cosa prevederà la riforma della dirigenza pubblica (in un tweet)? Grazie#matteorisponde

@matteorenzi:@utente Più merito,più mobilità, più qualità (p.54).

Sulla interazione cittadino/presidente riportiamo le parole della studiosa: “La componente recitativa è sembrata prevalere sull’argomentazione e l’approfondimento ( … ) In estrema sintesi, si può dire che Twitter è la versione moderna e tecnologicamente sofisticata del vecchio megafono che un tempo  simboleggiava la presa di parola. Insomma vecchie pratiche con nuovi strumenti”.

Che vogliamo fare: tornare a Tidoru, ai megafoni sessattottini oppure ampliare la partecipazione dei cittadini su Twitter, specialmente nella campagne elettorali quando si sceglie il personale politico? La seconda strada sembrerebbe più democratica.

 

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