Regione Calabria, un po' di luce

Scritto da  Pubblicato in Tonino Iacopetta

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tonino_iacopetta-04072016-123215.jpgFinalmente, il sottoscritto e il governatore della regione Calarbria cominciano ad andare d’accordo. Mi ero già complimentato con Mario Oliverio per avere posto fine al carrozzone acchiappavoti (a spese di Pantalone) cosiddetto culturale e che, tramite un cosiddetto assessorato alla cultura (o culturame) consisteva nell’acquisto indiscriminato (per miliardi e miliardi) di libri, a me non importa se di Vito o di altri, non importa se docenti universitari, non importa se di editori calabri magari come Bruno (faccio solo nomi propri senza cognomi per non alludere a nessuno di preciso) trapiantati nella capitale o altrove. No, la Regione se può, deve procurare posti di lavoro virtuosi e basta, come sta capitando adesso coi beni culturali e a riqualificazione di di figure culturali idonee, logicamente giovani professionisti e specialisti che non dovranno emigrare magari all’estero.

Certo, è questo il sostegno comunitario, ma ben venga e non c’è bisogno di alcun fasullo assessorato presunto culturale e se vito (faccio un nome a caso) non importa se o no docente universitario, si lamenta che non c’è un’assessorato alla cultura: quella che si è fatta con quel sistema non era cultura ma acquisizione di consensi, mentre la disoccupazione giovanile e professionale in Calabria è alle stelle o se si preferisce, alle stalle. Basta disastri in Regione: noi calabresi abbiamo la peggiore sanità d’Italia, , abbiamo mari inquinati nonostante i miliardi (fortissimi) offerti dalla comunità europea per depuratori e simili, abbiamo un disastro ecologico in atto per quanto riguarda i rifiuti, non siamo stati capaci nemmeno della differenziata, noi calabresi abbiamo il peggiore Pil d’Italia, noi calabresi abbiamo il numero più elevato di poveri, e basta, non ne possiamo più. Continua Mario, se ti è possibile, se te lo lasciano fare, a rimediare ai disastri, ai quali hanno contribuito in modo notevole non sono gli Scopelliti e i Nisticò, ma anche i tuoi stessi compagni di partito. 

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