Brani da “Spillover” di David Quammen: “L’uomo offre l’occasione al virus"

Scritto da  Pubblicato in Francesco Bevilacqua

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francesco-bevilacqua-foto-blog-nuova_80da1_19973_ea258_59f1c_e96f0_cec4f_df014_db513_eb6b5_f8fb1_2c83a_da5cd_ac61d-1_c49d8_8565a_1a702_73902_90cc3_d8d69_c1afb_508ed.jpgProseguo con la pubblicazione di brani dal libro di David Quammen “Spillover” (2012), che ha reso pubbliche le molte ricerche dei virologi-esploratori alla ricerca delle cause delle epidemie. Ripeto: libro molto citato ma poco letto.

“La parola “occasioni” sarebbe risuonata più volte […]. Molti di questi virus, di questi patogeni che saltano dagli animali selvatici a quelli domestici o all’uomo, esistono in natura da tanto tempo. Non necessariamente causano malattie, e la loro evoluzione è avvenuta in parallelo a quella dei loro ospiti naturali nel corso di milioni di anni. Hanno raggiunto una sorta di compromesso, si replicano lentamente ma continuamente, si diffondono nella popolazione ospite senza dare segni della loro presenza: in altre parole godono di una certa prosperità a lungo termine rinunciando al successo immediato, cioè alla massima replicazione all’interno del singolo individuo. È una strategia che funziona. Ma quando noi turbiamo questo equilibrio agendo sulla specie ospite, che magari cacciamo o scacciamo dall’ecosistema, che viene compromesso o distrutto, ecco che le nostre azioni fanno aumentare il livello di rischio. Ci sono più occasioni per il patogeno di fare il salto dall’ospite naturale a uno nuovo, mi disse Epstein [Jon Epsetin, ecologo dei patogeni naturali]. Il nuovo ospite può essere un animale qualunque (dai cavalli australiani agli zimbetti cinesi), ma più spesso è l’uomo. Perché siamo dappertutto e ci facciamo notare. Offriamo un mare di nuove possibilità” (Quammen pp. 353/354).

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