Zero come le calorie delle bevande

Scritto da  Pubblicato in Maria Arcieri

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Possiamo definirla logorrea o è un semplice e innocente parlare troppo di sé. Sempre e ovunque. Ma chiediamoci se esiste qualcuno che non racconta in modo ossessivo compulsivo sempre i passaggi della sua vita/giornata.E accade quando meno te lo aspetti di respirare la tossicità della quotidianità degli altri. Succede quando da una fugace conversazione o da un particolare della salute, inizia un mini-racconto della loro giornata con chi incontri per caso. O mentre sei a un aperitivo, o in fila alla posta, ogni occasione è buona per parlare di sé e la privacy è dissipata come se non avesse valore. Ma se ci fermassimo a chiedere se agli altri può non interessare nulla di quello che ci succede magari ci sarebbe una svolta e potremmo evitare di entrare nel primato mondiale dei noiosi egocentrici e ridicoli.

In questo modo potrebbe iniziare la disintossicazione urgente rapida per uscire il prima possibile da un egocentrismo insano mascherato da una dose di confidenzialità per poter iniziare un percorso di ascolto. Se invece si decide di non volerlo fare, è consigliabile non parlare e ascoltare. Oppure scegliere un argomento non tedioso perché se molti preferiscono collegarsi o leggere notizie sul web anziché sentire i nostri monologhi, un motivo ci sarà. E si potrà mantenere una maggiore privacy. Con queste direttive si conosceranno i segreti della comunicazione senza avere malintesi o frustrazioni di nessun genere o provenienza. Potremmo immaginare di essere il Mago Forest nella trasmissione con la Gialappa ‘s Band che ascolta voci fuori campo e che fanno battute ironiche sulle vicissitudine dei nostri interlocutori e sui loro discorsi pallosi da benda di aceto sulla testa. E forse finirà questa odissea con i nostri stremati e stremanti interlocutori.

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