
Francesco Bevilacqua
Ci sono cammini che guariscono. Una forma di taumaturgia che solo i pellegrini conoscono. Il cammino di oggi è così. Inizio con tutti i sintomi delle mie malattie. E con ogni malumore possibile. Dopo il primo quarto d’ora d’aria, silenzio
“In principio fu il vento”. Spira forte, stamane, Libeccio. Caldo, furente. Troppo caldo per questo pur volubile inizio di primavera sui monti calabri. Avverto la sua impellenza di parlare ai nostri cuori affranti. Traduco, con Fromm: “Non si può
Nell’asfissia della complessità che ci soffoca provo un acuto bisogno di respirare cose semplici. Ieri qualcuno mi ha scritto. “Gentile Francesco, vivo in Toscana, ma con mia moglie sto svernando ai piedi dell’Aspromonte, nella terra dei gelsomini
Una di notte. Classico dei miei dopo-cammini. Ho dormito appena quattro ore. Ma ora sono sveglio, con gli occhi sbarrati dall’impellenza di scrivere. Ho ancora nelle orecchie il sax tenore di John Coltrane in “Kind of blue” di Miles Davis
Osservo i miei piedi, nudi. Con tenerezza. Mi hanno sorretto per anni. Mi hanno portato in mille luoghi. Della mia terra, l’ “heimat”, la piccola grande patria dove sono nato. E dove rinasco, ogni giorno più definitivamente, come direbbe Rilke
Non posso parlare di tutto. Perché non tutto mi interessa. Non tutto risveglia la mia incorreggibile, perdente percezione emotiva di cose, fatti, persone. Ecco perché non parlo di ciò di cui tutti straparlano. Molti resteranno desti
Vien giù una pioggia sottile, fredda, paziente. Non ha fretta. Non vuole inondare il mondo. Scivola l’acqua sulle nostre giacche, sui cappucci, sui copri pantaloni. La terra ringrazia. Trae sollievo. Trasforma quel liquido in sangue
Ho vissuto le mie vite troppo in fretta. E con tanto rumore di sottofondo. Forse è per questo che, a sessant’anni, amo perdutamente la pace, la calma, la solitudine, il silenzio. No, non voglio vantare un’aura eremitica. Che non ho. Anche
Sento gli alberi, e i loro pensieri. Avverto la montagna, e la sua commozione. Osservo la valle, e le sue lacrime. Sono creature animate. Persone. Compagni di viaggio. Se io sono il soggetto, loro lo sono in egual misura. L’impresa biotica sulla
Storia di muschi e ginepri. E di una giornata tumultuosa
Mercoledì, 07 Febbraio 2018 07:52 Scritto da Lametino 5Osservo, nell'incavo della mano, una piccola, delicata zolla di muschio. E' così soffice, umida, vellutata! Provo una tenerezza struggente. Scalzata dal mio scarpone in un anfratto fra i grigi sassi di Timpa di Cassano. Raccolta