
Lamezia Terme – Ci sono e questa volta ci sono entrambi. Doris Lo Moro e Mario Murone si sono finalmente ritrovati l’uno di fronte all’altra, dopo giorni di confronti mancati, inviti declinati e apparizioni alternate che avevano alimentato polemiche e botta e risposta infuocati. E gli scambi di fuoco non sono mancati nemmeno stavolta. Il faccia a faccia ospitato ieri sera nella nostra redazione de il Lametino, moderato da Antonio Cannone, li ha visti finalmente seduti allo stesso tavolo, in un momento politico e simbolico che arriva a pochi giorni dal voto. Un confronto atteso, che ha cercato di colmare il vuoto di dialogo diretto che stava segnando questi ultimi scampoli di campagna elettorale in vista del ballottaggio dell’8 e 9 giugno. Il dibattito è partito con il passo lento di una brace ma si è inevitabilmente trasformato in un crescendo di fiamme che ha finito per incendiare il tavolo del confronto.
La scelta di Bevilacqua
La prima domanda non poteva che essere quella legata alle dichiarazioni di Gianpaolo Bevilacqua nella conferenza stampa tenuta qualche ora prima dell’incontro. “Lascio liberi i miei elettori di scegliere chi votare per il ballottaggio” ha dichiarato. Decisione prevedibile e così commentata dai due candidati a sindaco.
"Non mi aspettavo niente di diverso, un atteggiamento lineare – ha affermato la Lo Moro - Siamo abituati alle civiche e questa volta una parte della popolazione ha raccolto il messaggio”.
“Una scelta da rispettare - ha precisato invece Murone - ognuno porta avanti le sue idee. Ora, fra un centrodestra e un centrosinistra, l'elettorato si avvicini alla sua area di riferimento anche sul piano ideologico".

I programmi
Quando si passa ai programmi, i due candidati marcano subito le distanze. Murone si dice “Soddisfatto dei voti al primo turno nonostante sia un neofita” e rivendica per Lamezia un ruolo di cerniera con i centri vicini e indica tre priorità: “Interventi immediati per le fasce più deboli, decoro urbano che migliori vivibilità e accessibilità, sostegno all’imprenditoria locale”. Lo Moro afferma che il primo cantiere è interno a Palazzo di Città: “Serve riorganizzare la macchina comunale e sfruttare ogni finanziamento, senza appartenenze a colori politici”, affiancando la valorizzazione di Castello, Terina e altri beni culturali come motore economico.
Sul rischio di infiltrazioni mafiose, Murone punta su “trasparenza assoluta e controlli stringenti su ogni appalto che agiscano in via preventiva su ogni rischio di questo tipo», mentre Lo Moro: “Un primo strumento è stato un controllo sulle liste, chiudendo le porte a diverse persone. Il contrasto avviene poi nell'attività amministrativa, con regole chiare per garantire la legalità".
Divergono anche sull’ importanza dell’area industriale e il ruolo di Lameziaeuropa: la candidata di centrosinistra insiste su patti territoriali, rimozione dei vincoli paesaggistici e sinergie con aeroporto, ferrovia e porto di Gioia Tauro. Il candidato del centrodestra vede prospettive enormi grazie all’intermodalità aeroporto-stazione-autostrada e a incentivi per gli imprenditori lametini.
Infine i collegamenti con l’area scalo: Lo Moro chiede “strade d’accesso e un vero sbocco a mare”, Murone guarda alla “linea elettrificata e al collegamento rapido fra stazione e aeroporto come volano di crescita”.
Un giudizio sulle gestioni passate che fa alzare i toni
Da qui in poi i toni cominciano ad alzarsi e ciò avviene sulla richiesta da parte del giornalista di un giudizio sull’operato dell’amministrazione uscente guidata da Paolo Mascaro
"Un giudizio completo si potrà dare nel momento in cui saremo dentro la casa comunale. – ha affermato Mario Murone - Certamente ha agito sulla messa in sicurezza finanziaria dopo i vent’anni di danni compiuti dal centrosinistra. Si tratta di un’amministrazione che ha trovato una serie di finanziamenti avviati, con progetti che dovranno ancora essere realizzati ma non dobbiamo lasciare cattedrali nel deserto nel momento in cui questi finanziamenti non possano essere utilizzati in pieno”.
Secca la replica di Doris Lo Moro: “Capisco che Murone la voglia buttare in caciara e in politica, ma parlare di danni creati dal centrosinistra è un arrampicarsi sugli specchi perché la mia amministrazione è stata anche premiata per i successi avuti in campo economico”. Sui finanziamenti agirò in continuità, anche se non sono i miei progetti ma ora appartengono alla città. Non mi prenderò meriti per averli recuperati in fase di erogazione ma me ne voglio assumere un altro di merito, quello di spenderli”.

Effetto Talerico
Focus, infine, sulle posizioni espresse dal consigliere regionale Antonello Talerico del centrodestra sullo svolgimento della campagna elettorale di Lamezia. Proprio su questo punto il confronto ha registrato l’impennata di toni più decisa.
Riprendendo il discoro precedente Murone ha voluto prima chiarire: “Che a Mascaro sia stata consegnata un’amministrazione in predissesto non è fare il politicante ma un dato di fatto”. E poi su Talerico: “E’ intervenuto nel dibattito perché tra i coordinatori di una lista elettorale a mio sostegno, lo fa in qualità di politico e non politicante. Certamente i toni poi si sono esasperati ma io ne sono stato la prima vittima. Capisco l'autocelebrazione ma non deve scadere nell'aggressione personale”.
Lo Moro: "Cosa devo dire a una persona che mi ha accusato di aver creato l'isola pedonale per scopi personali? Affido il giudizio alla cittadinanza. Non è stata sgradevole la presenza di un consigliere regionale di Catanzaro ma è il clima che si è creato. Fra l'altro alcuni candidati nella sua lista mi hanno avvicinata per sostenermi perché non gradivano il candidato del centrodestra". Poi una precisazione sull’amministrazione Speranza: “Avrà sicuramente commesso errori ma non ha mai avuto alcuna macchia sotto il profilo dei commissariamenti per mafia”.
Toni accesi
Verso la fine del dibattito i toni si accendono ancora di più. La Lo Moro affonda: “Basta con queste risse. L’atteggiamento ingiurioso, offensivo e diffamatorio appartiene soltanto a lui e non alla mia cultura politica. Lei ha detto che è stato chiamato massone ma io non so nemmeno chi è lei, non so neanche dove è nato”.
“Lei ha detto parole che io non ho detto neanche al mio peggior nemico – ha replicato Murone – lei sa benissimo dove sono nato e dovrebbe riflettere sulle bugie continue che dice”.
L’ultimo appello
ll confronto si è concluso con un appello finale dei due candidati in attesa del voto di domenica e lunedì. "Sono fiducioso sull'esito del voto, perché al primo turno i lametini già hanno saputo chi scegliere – ha concluso Murone - È indubbio che la maggioranza già eletta sia di centrodestra anche se non volessimo applicare i dati definitivi e l’eventuale candidata del centrosinistra non potrebbe governare, a meno che non vada a fare incetta di consiglieri proprio in quella fascia politica che fino ad oggi avete visto come ha parlato”.
Interviene immediatamente Lo moro: “Murone parla di ‘fare incetta di voti’ ma un sindaco che si esprime in questo modo non potrà mai governare. Non voglio più replicare a volgarità”. Il dibattito tra i due si infuoca maggiormente finché non viene riportato nuovamente sull’ultimo appello al voto.
“Credo che ci sarà una grande partecipazione - conclude Lo Moro - anche perché il ballottaggio coincide con i referendum. Stiamo facendo una grande campagna elettorale e mi auguro di ribaltare i risultati, mi rivolgo anche agli elettori di centrodestra sperando in un voto per una città più serena e autorevole".
AL.R.
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