Città Italiote coinvolte nel conflitto Atene - Siracusa

Scritto da  Pubblicato in Francesco Vescio

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Uno degli avvenimenti più notevoli del V secolo a.C. dell’intera area del Mare Mediterraneo fu senz’altro La Guerra del Peloponneso (431 – 404 a.C.), combattuta tra Sparta ed Atene ed i loro rispettivi alleati. Lo storico greco Tucidide così presentò tale evento: “L’ateniese Tucidide descrisse la guerra tra Ateniesi e Peloponnesi, come combatterono tra di loro cominciando subito al suo sorgere e immaginando che sarebbe stata grande e la più importante di tutte quelle avvenute fino allora. Lo immaginava deducendolo dal fatto che le due parti si scontrarono quando entrambe erano al culmine di tutti i loro mezzi militari e vedendo che il resto della Grecia si univa ai due contendenti, gli uni subito, e gli altri ne avevano l’intenzione. Certo, questo è stato il più grande sommovimento che sia mai avvenuto fra i Greci e per una parte dei barbari, e per così dire, anche per la maggior parte degli uomini” (Tucidide, Le Storie, I, 1-2).

In occidente lo scontro più rilevante avvenne tra Atene e Siracusa; nelle note seguenti si cercherà di delineare un quadro sintetico del coinvolgimento delle pòleis (città italiote) della regione. L’interesse di Atene verso l’Occidente ellenico si era già manifestato apertamente con la sua attiva partecipazione alla fondazione della colonia panellenica di Turi (444/43 a.C.) in parte del territorio di Sibari, sconfitta e distrutta da parte di Crotone (510 a.C.). Temistocle era riuscito a convincere il navarco spartano, comandante della flotta ellenica, Euribìade ad attaccare battaglia a Salamina (480 a.C.) contro i Persiani con le seguenti parole: “…Se tu invece non farai questo, noi, così come siamo, imbarcati i nostri familiari ce ne andremo a Siri in Italia, che è da tempo ed è tuttora nostra e gli oracoli dicono che da noi deve essere colonizzata…” (Erodoto, Le Storie, VIII, 62). A proposito di Temistocle si tramandò che a due delle figlie aveva dato il nome di Sibari ed Italìa e ciò dimostra anche un lato affettivo molto intenso  da parte sua verso le terre elleniche d’occidente. La prima spedizione ateniese, su richiesta dei Leontini e di altre colonie calcidesi contro l’espansionismo territoriale di Siracusa in Sicilia, avvenne nel 427 a.C. e si concluse con un sostanziale nulla di fatto nel 424 a.C. In questo scontro Reggio appoggiò gli Ateniesi ed i suoi alleati, mentre Locri si schierò con Siracusa.

La seconda spedizione ateniese in Sicilia avvenne nel 415 - 413 a.C.; la città elima Segesta e gli esuli di Leontini avevano richiesto aiuto contro Selinunte e Siracusa; l’intervento militare fu molto impegnativo in uomini e mezzi; inizialmente gli Ateniesi e i loro alleati ebbero dei successi, ma Siracusa riuscì, sebbene con estrema difficoltà, a resistere all’assedio; ma, quando Sparta e Corinto inviarono notevoli aiuti militari in soccorso della città siceliota assediata, la situazione diventò difficilissima per gli Ateniesi e gli alleati,che furono più volte sconfitti in diversi  scontri per terra e per mare;  ed alla fine (agosto 413 a.C.) pochi di loro riuscirono a scampare con la fuga alla morte o all’onta della prigionia. Le città italiote della regione assunsero posizioni differenziate nel corso del conflitto, alcune come Crotone favorirono la navigazione lungo le loro coste, altre come Locri sostennero la causa di Siracusa; Reggio inizialmente appoggiò gli Ateniesi, ma poi gradualmente diminuì il proprio sostegno, sebbene con essi avesse in precedenza contratto un’alleanza. Ogni polis italiota della regione ebbe una politica estera, dettata da propri interessi particolari.

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