Lettera aperta all’Amministrazione lametina

Scritto da  Pubblicato in Tonino Iacopetta

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tonino_iacopettadi Tonino Iacopetta

Si può parlare di una città inesistente, quella di Lamezia, che invece dovrebbe essere il volano della crescita economica dell’intera Calabria. Se le cose stanno così, è anche colpa dell’immobilismo del presente governo comunale, anche se va subito detto che i sindaci che hanno preceduto Speranza, forse eccettuata la Lo Moro, non hanno saputo fare meglio e, molte volte, anche peggio. Questo non giustifica Speranza, il quale dedica la maggior parte del suo tempo e delle sue energie a creare e far decadere assessori, come se fossero birilli, insomma, senza mai riuscire a trovare un assetto politicamente stabile; è vero che la legge gli dà il potere, ma ci dovrebbe essere un limite al tutto. Ho sempre detto, e torno a ripeterlo, che Speranza è una persona onesta, ma questo non significa più niente quando la città non cresce ugualmente.

E dire che Speranza avrebbe potuto passare alla storia delle amministrazioni lametine, se solo avesse avuto la capacità  di risolvere alcuni grossi problemi di Lamezia o di sapere vigilare sulle politiche del territorio, ma si vede che Catanzaro non tiene in nessun conto il sindaco lametino, ad esempio, su una questione che è fondamentale: quella industriale. Catanzaro si è difesa dagli attacchi dei campanilisti lametini, sostenendo che era stato sempre rispettato il ruolo di Lamezia nello sviluppo industriale; non per niente, infatti, la zona industriale lametina è la più vasta della Calabria e da qui sarebbe partito l’input per l’intero sviluppo regionale. Ebbene: tutti i maggiori industriali catanzaresi, anziché fare investimenti in questa zona, li fanno altrove. Non che non sia legittimo da parte dei catanzaresi e però non dovrebbero dire il contrario; si vede che non hanno paura di nessuno e che nessuno, da Lamezia, e per nessuno intendo le Istituzioni, si fa sentire. E dopo la questione industriale, che significa posti in più o in meno di lavoro, che significa effetto o meno di trascinamento per l’intera asfittica situazione economica lametina, veniamo alla questione dei Rom.

In verità, l’ex procuratore di Lamezia, Salvatore Vitello, aveva dato l’occasione a Speranza di dare svolta definitiva a questa grave questione lametina che è quella di Rom, alla cui incontrollata presenza massiccia nella nostra città, dobbiamo la quantità di diossina respirata dai nostri polmoni e da quelli dei giovanissimi, anziani e dalle partorienti. Ho capito: i Rom bruciano materiali inquinanti per guadagnarsi da vivere, ma non è giusto che un’intera città, e soprattutto bambini e neonati, debbano respirare diossina, con le conseguenze che un giorno, purtroppo, vedremo. I tentativi fatti da Speranza per risolvere l’intera questione, riguardo alla quale sono stati incapaci tutti quelli che lo hanno preceduto, sono stati sporadici e timidi. Però il sindaco è onesto.

Ma cosa vuoi che me ne possa fregare quando esistono problemi più gravi per la città? A questo si aggiunge, com’è naturale, che nel secondo governo della città da parte di Speranza, com’è naturale, sono venute meno le motivazioni e un po’ ci si è addormentati, salvo che per ritrovarsi trionfalmente ogni volta che c’è da inaugurare qualche strada e ora anche qualche piazza. Bene, tutto questo è bene per la città, anzi è doveroso da parte di un’Amministrazione di una grande città, grande rispetto per il suo comprensorio, ma le questioni che io definisco “storiche” rimangono insolute: sviluppo industriale, economico e crescita dell’occupazione, questioni della salute e dei Rom. Ultimamente ho visto che l’inesistente opposizione lametina ha fatto qualche timida proposta di cambiamento, ma io voglio dire a costoro di prepararsi già da ora a delineare la figura del prossimo sindaco di Lamezia, definendone anche i programmi, dato che assai probabilmente non ci sarà un terzo sindaco di sinistra a Lamezia. Se ci siete, voi dell’opposizione, battete non un colpo ma anche più d’uno.

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