'Ndrangheta, arrestato il latitante Pasquale Bonavota: fermato dentro la cattedrale di Genova - Reazioni

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Genova - È stato arrestato questa mattina a Genova dal Ros e dai comandi provinciali dei carabinieri di Vibo Valentia e Genova il 49enne Pasquale Bonavota, inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità sul quale gravava un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell'ambito dell'indagine "Rinascita-Scott" dal tribunale di Catanzaro. È stato fermato dopo essere entrato nella chiesa di San Lorenzo, la cattedrale di Genova. I carabinieri del reparto operativo, coordinati dal colonnello Michele Lastella, del capoluogo ligure, lo hanno seguito per un tratto e poi, una volta dentro la chiesa, lo hanno arrestato. Aveva un documento falso. I militari erano sulle sue tracce.

Bonavota, ritenuto responsabile del reato di partecipazione ad associazione mafiosa con il ruolo di promotore della cosca omonima rientrante nella locale di ‘ndrangheta di Sant’Onofrio, era il solo ad essere rimasto in stato di latitanza tra le 334 persone, ritenuti appartenenti alle strutture di ‘ndrangheta della provincia vibonese, arrestate nell'operazione del 19 dicembre 2019. Le indagini, culminate con la cattura di Bonavota, sono state dirette dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri.

Dal Vibonese al Nord gli affari di Bonavota

Pasquale Bonavota, 49 anni, di Sant’Onofrio – paese confinante con Vibo Valentia – è  fra i principali imputati della maxi-operazione operazione Rinascita Scott della Dda di Catanzaro, scattata il 19 dicembre 2019. Era ricercato dal 2018 per altri procedimenti con le accuse di omicidio dalle quali, però, al termine di processi – celebrati in un caso in primo grado, in un altro in appello – è stato assolto. Più precisamente, il 17 novembre 2021 la Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro ha assolto i fratelli Pasquale e Nicola Bonavota, mentre ha condannato all’ergastolo Domenico Bonavota. I fatti al centro del processo riguardavano l’omicidio di Raffaele Cracolici, ucciso il 4 maggio 2004 a Pizzo, e quello di Domenico Di Leo, ucciso a Sant’Onofrio il 12 luglio 2004. Il 20 luglio dello scorso anno, invece, Pasquale Bonavota è stato assolto dall’accusa di aver preso parte all’omicidio di Domenico Belsito, ucciso a Pizzo nel 2004. Nei suoi confronti il pm aveva chiesto l’ergastolo. L’accusa principale nei confronti di Pasquale Bonavota resta quindi quella di associazione mafiosa, essendo ritenuto al vertice dell’omonimo clan di Sant’Onofrio dopo la morte del padre Vincenzo ritenuto il patriarca della “famiglia” che oltre a Sant’Onofrio avrebbe roccaforti anche a Roma, in Liguria ed a Carmagnola, in Piemonte.

Il covo di Bonavota individuato a nord di Genova

Viveva in un appartamento nella zona nord di Genova, Pasquale Bonavota, il latitante arrestato stamani dai carabinieri del Ros e dei comandi provinciali di Vibo Valentia e Genova. La cosca Bonavota, radicata a Sant'Onofrio, nel vibonese, ha strutture ben radicate in Liguria, Piemonte e Lazio. I carabinieri sono così giunti a Genova dove hanno rintracciato un circuito di utenze telefoniche riservate. Tra queste hanno seguito quella che pensavano dovesse doveva condurre al boss in fuga. L'utenza copriva un'area circoscritta che comprendeva anche la Cattedrale di San Lorenzo. La chiesa è divenuta, dunque, uno degli obbiettivi sorvegliati dai militari. Questa mattina i carabinieri, proprio in questa area, hanno individuato Bonavota, lo hanno seguito per un tratto di strada e lo hanno raggiunto nella cattedrale. Bonavota è stato trovato, da solo, mentre stava pregando. I carabinieri si sono avvicinati e gli hanno chiesto di seguirlo. Lui ha ammesso di essere Bonavota e li ha seguiti. Una volta fuori, l'uomo è stato consegnato ad una pattuglia radiomobile e portato in caserma. L'uomo era in possesso di un documento appartenente a un altro soggetto del Vibonese. I carabinieri stanno ora eseguendo una serie di perquisizioni nell'appartamento genovese ma anche in altre zone d'Italia per scovare la rete di fiancheggiatori che hanno favorito la latitanza di Bonavota.

Reazioni

Occhiuto: "Cattura Bonavota sottolinea impegno Stato contro criminalità, grazie"

“La cattura di Pasquale Bonavota, esponente di spicco della ‘ndrangheta e uno dei quattro super latitanti più ricercati d’Italia, sottolinea ancora una volta il grande impegno profuso dallo Stato nel contrasto alla criminalità organizzata. Quella di oggi è l’ennesima brillante operazione frutto di articolate indagini condotte dal Ros, dai comandi provinciali dei Carabinieri di Vibo Valentia e Genova, e dirette dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri. A loro rivolgo il mio sincero apprezzamento, quello della Regione che ho l’onore di governare, e soprattutto la gratitudine di tutti i calabresi che aspirano a un futuro libero da ogni condizionamento mafioso”. Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

Pd Calabria: "Un grande ringraziamento alle Forze dell’Ordine e alla Procura di Catanzaro"

"Esprimiamo grande soddisfazione e un caloroso ringraziamento alle Forze dell’Ordine e alla Procura della Repubblica-Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, che, grazie ad una brillante operazione, sono riuscite ad arrestare il boss Pasquale Bonavota, ricercato inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità. L’arresto è arrivato alla conclusione di articolate indagini condotte dal Ros e dai comandi provinciali Carabinieri di Vibo Valentia e Genova che sono riuscite a porre fine alla latitanza del boss che durava dal 2018. Il suo nome era inserito   nella lista del ministero dell'Interno dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del “programma speciale di ricerca” del gruppo Interforze. Dopo l'arresto lo scorso gennaio di Matteo Messina Denaro, risultava, dunque, essere lui il boss più pericolo e ancora latitante. Si tratta di un risultato straordinariamente importante che testimonia la grande abnegazione e professionalità di tutti i soggetti che hanno sinergicamente collaborato per ottenere l’arresto che rappresenta un altro e durissimo colpo ai clan e dà speranza per un futuro migliore ai cittadini onesti che lavorano con impegno per il progresso della Comunità in cui vivono".

Piantedosi: "L'arresto di Bonavota un grande successo"

"Un grande successo dei nostri investigatori". Lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi complimentandosi con i Carabinieri per l'arresto di Pasquale Bonavota. La cattura del latitante inserito nell'elenco di massima pericolosità, aggiunge il titolare del Viminale, rappresenta "una risposta forte dello Stato che conferma ancora una volta, dopo gli arresti da inizio anno di Matteo Messina Denaro e di Edgardo Greco, il grande impegno di magistratura e forze dell'ordine per contrastare le organizzazioni mafiose e assicurare alla giustizia pericolosissimi criminali".

Mangialavori: "Congratulazioni a carabinieri e Dda"

"Congratulazioni ai Comandi provinciali dei carabinieri di Vibo Valentia e di Genova, ai Ros ed alla Dda di Catanzaro che, a conclusione di lunghe e complesse indagini, hanno arrestato oggi il super latitante Pasquale Bonavota". Così, in una nota, il deputato Giuseppe Mangialavori, presidente della Commissione Bilancio e coordinatore regionale di Forza Italia. "La cattura dell'esponente di spicco della 'ndrangheta e tra i quattro latitanti più pericolosi d'Italia - aggiunge Mangialavori - dimostra l'impegno dello Stato e delle forze dell'ordine. A loro va il ringraziamento mio e di tutti i calabresi".

Foti: "Arresto Bonavota ennesimo successo dello Stato"

"L'arresto del latitante della 'ndrangheta Pasquale Bonavota è l'ultimo grande successo dello Stato. Non possiamo che rivolgere il nostro sentito grazie alle Forze dell'ordine e nello specifico ai Carabinieri del Ros e dei comandi provinciali di Vibo Valentia e Genova che dimostrano essere, ancora una volta, presenti sul territorio per la difesa della legalità nazionale". Così, in una nota, Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera.

Sindaco Vibo Valentia: "Grati a forze dell'ordine e alla magistratura per cattura"

"Massima gratitudine alle forze dell'ordine e alla magistratura per la cattura del latitante di 'ndrangheta più ricercato d'Italia" viene espressa dal sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo. "Avere assicurato alla giustizia colui che è considerato il capo di una cosca mafiosa è un risultato straordinario che l'Arma dei carabinieri, il Ros e la Procura distrettuale hanno ottenuto a beneficio di tutta la società civile. Per tale motivo - conclude il primo cittadino di Vibo Valentia - intendo ringraziare a nome di tutta la mia comunità il comandante dei Carabinieri di Vibo Luca Toti ed il procuratore Nicola Gratteri, insieme a tutti gli uomini e le donne che hanno contribuito alla riuscita di questa lunga e complessa operazione".

Ferro: "Lo Stato non molla"

"Ancora un latitante di massima pericolosità assicurato alla giustizia grazie alla capacità investigativa e al lavoro instancabile di magistratura e forze dell'ordine. Lo Stato non molla e incassa un altro grande risultato nell'azione di contrasto alla criminalità organizzata. Congratulazioni ai carabinieri del Ros e dei comandi provinciali di Vibo Valentia e Genova, che nel capoluogo ligure hanno catturato Pasquale Bonavota, inserito nel programma speciale di ricerca del Ministero dell'Interno, nell'ambito di un'indagine condotta dalla Dda di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri". Così la sottosegretaria all'Interno Wanda Ferro (Fdi) commenta la cattura di Bonavota, ritenuto dagli inquirenti al vertice dell'omonimo clan di Sant'Onofrio e ricercato per un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nella maxi-operazione "Rinascita-Scott" contro la 'ndrangheta vibonese.

Lega: "Un plauso alle Forze dell’Ordine ed alla Procura antimafia di Catanzaro"

“Il latitante di massima pericolosità Pasquale Bonavota è stato arrestato a Genova a conclusione delle indagini condotte dal Ros e dai Comandi provinciali dei Carabinieri di Vibo Valentia e Genova. Inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi facenti parte del “programma speciale ricerca” del Ministro dell’Interno. Ritenuto responsabile di associazione mafiosa come promotore della omonima cosca rientrante nella locale di ‘ndrangheta di Sant’Onofrio era ricercato per un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nella maxi indagine “Rinascita-Scott” svolta dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale antimafia di Catanzaro e diretta dal dott. Nicola Gratteri. In tale procedimento, che ha portato all’arresto di 334 persone, il Bonavota era l’unico rimasto in stato di latitanza. Un plauso alle Forze dell’Ordine ed alla Procura antimafia di Catanzaro che si è sempre distinta per azioni capillari e radicate nel territorio a tutela dei cittadini ed al rispetto della legge”. Lo dichiarano Gianluca Cantalamessa presidente del Dipartimento Antimafia e Giacomo Francesco Saccomanno, Commissario Regionale della Lega Calabria.  

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