Processo Aemilia: otto condanne e due assoluzioni per minacce a sindaco

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Bologna - Otto imputati condannati fino a tre anni per vari reati, ma anche due assoluzioni dall'accusa di minacce mafiose al sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi. Si è concluso così il processo in rito abbreviato davanti al Gup del tribunale di Bologna Alberto Gamberini, per uno dei filoni delle inchieste di 'Ndrangheta 'Aemilia'. Assolti perché il fatto non sussiste Pasquale Brescia, già imputato nel processo principale e l'avvocato Luigi Antonio Comberiati (difeso dall'avvocato Gianluca Malavasi), accusati di minacce per la lettera indirizzata al primo cittadino e recapitata l'1 febbraio 2016 all'edizione reggiana del Resto del Carlino.

Brescia è stato condannato a cinque mesi e 10 giorni per un'altra imputazione. Assolto invece l'ex autista del questore di Reggio Domenico Mesiano, qui accusato di detenzione di munizioni da guerra. Due anni e 5 mesi per Giuseppe Giglio, ora collaboratore di giustizia. Alla lettura della sentenza era presente per l'accusa il procuratore aggiunto vicario, Valter Giovannini. Per Brescia e Comberiati i Pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi avevano chiesto rispettivamente tre anni e quattro mesi e un anno e quattro mesi. Giuseppe Giglio rispondeva di trasferimento fraudolento di valori, così come il fratello Giulio Giglio, difeso dall'avvocato Fausto Bruzzese e condannato a due anni e otto mesi per un'ipotesi e a quattro mesi per una seconda. Un anno e quattro mesi è la pena decisa per Giovanna Giglio, per cui è stato esclusa l'aggravante di aver agito per agevolare l'associazione 'ndranghetistica emiliana, così come è stata esclusa per Sergio Lonetti, condannato a un anno, sei mesi e venti giorni.

L'aggravante è stata esclusa anche a Brescia, condannato in riferimento a una rivelazione di segreto d'ufficio in concorso con un maresciallo dei Carabinieri, giudicato separatamente. Per tentata estorsione sono stati condannati a tre anni Pierino e Pasquale Vetere e Francesco Lerose e anche per loro è caduta l'aggravante mafiosa e sono stati assolti dall'accusa di usura. Giuseppe, Giovanna e Giulio Giglio e Sergio Lonetti sono stati condannati inoltre a risarcire i danni alla Regione Emilia Romagna, costituita parte civile, per 20mila euro e all'associazione Libera per 10mila euro.

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