
Catanzaro - E' indagato per omicidio colposo il pastore, un 44enne di Satriano, che sarebbe proprietario dei cani che ieri hanno attaccato e ucciso Simona Cavallaro, di 20 anni, nelle vicinanze di un'area picnic in località Monte Fiorino nel territorio del comune di Satriano. Gli investigatori dei carabinieri sono ancora in attesa dei risultati degli accertamenti compiuti dai veterinari sui due cani trovati per stabilire se siano dotati del chip di riconoscimento. L'iscrizione del pastore nel registro degli indagati, spiegano fonti vicine alle indagini, serve anche a sua garanzia per permettergli la nomina di un perito di parte in vista dell'autopsia disposta dal pm della Procura di Catanzaro Irene Crea che sarà effettuata domani.
Sono stati una decina i cani, maremmani e meticci, che ieri hanno attaccato e ucciso la ventenne Simona Cavallaro nelle campagne di Satriano, centro del Catanzarese. Uno degli animali, ancora sporco di sangue, probabilmente della vittima, è stato catturato e affidato a un canile. I carabinieri della compagnia di Soverato, che svolgono le indagini, lavorano per risalire a eventuali responsabilità dell'accaduto. Gli inquirenti ritengono che i cani fossero a guardia di un gregge di capre. I militari, agli ordini del tenente Luca Palladino e coordinati dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, hanno ascoltato il racconto del ragazzo che accompagnava Simona, il quale ha riferito che i due avevano raggiunto la zona della tragedia per fare un sopralluogo in vista di un pic nic che si sarebbe dovuto svolgere domenica su quell'area adibita proprio a questi eventi. Il giovane ha spiegato di essere scappato appena si è reso conto che gli animali erano ostili, pensando che Simona lo stesse seguendo. Quando ha raggiunto una costruzione in legno dove ha trovato riparo, però, la ragazza, rimasta in balìa del branco, non c'era. A quel punto ha dato l'allarme chiamando i carabinieri che, giunti sul posto, hanno trovato Simona morta.
REAZIONI
Oipa: “Colpa delle amministrazioni inadempienti. Calabria non ha neppure comunicato i dati 2020 al ministero della salute”
L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), in una nota dichiara di aver “appreso con sconcerto che una ragazza di 20 anni è stata sbranata da un branco di cani randagi a Satriano, in provincia di Catanzaro, punta il dito sulle Amministrazioni inadempienti in materia di randagismo e sulla cronica mancanza di fondi necessari a gestirlo”.
“Il randagismo non si crea da sé: questa piaga sociale, molto grave in Italia e soprattutto nel Meridione, è determinata dagli scellerati abbandoni e dalle Amministrazioni locali che troppo spesso girano la testa dall’altra parte, invece di sterilizzare, accogliere e promuovere le adozioni”, commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. “Che in Calabria la Regione, le Aziende sanitarie e i Comuni non abbiano mai preso sul serio la questione randagismo – prosegue la nota - è testimoniata, tra l’altro, dalla mancata comunicazione al Ministero della Salute dei dati sul randagismo 2020 che ogni anno Regioni e Province autonome trasmettono al Dicastero. Calabria e Sicilia non hanno trasmesso alcun dato riguardante il 2020. Le Regioni sono tenute, sentite le associazioni che operano in ambito regionale, ad adottare un programma di prevenzione del randagismo, ma i fondi non sono mai sufficienti a lenire questa grave piaga sociale. Come riconosce il Ministero della Salute, “negli ultimi venti anni in Italia sono state emanate diverse norme per la tutela degli animali da affezione e la lotta al randagismo. Tuttavia l’attività ispettiva e il monitoraggio effettuati sul territorio hanno messo in evidenza molte criticità sull’applicazione delle disposizioni vigenti”. ‘I cani abbandonati sono sempre tanti e, laddove le campagne di sterilizzazione sono lacunose, le molte femmine vaganti partoriscono cuccioli che, quando non muoiono di stenti, di malattia o d’incidente, diventando adulti alimentano la popolazione di randagi’, continua Comparotto. Ecco allora che sono le associazioni a dover tappare i buchi dei responsabili con propri fondi alimentati dalle donazioni di privati. Nel 2020 l’Oipa ha dato in adozione 3.586 animali (3.105 nel 2019) ne ha soccorsi e curati 3.672 - 1.503 cani, 1.773 gatti e 396 di altre specie - (3.272 nel 2019) e raccolti 31.290 chili di cibo, secco e umido, (24.098 nel 2019)”.
Tansi: "Non diamo colpe al fato, la responsabilità è degli uomini"
"Non ho parole per descrivere l'immane tragedia che ha colpito l'intera comunità di Soverato - dichiara Carlo Tansi di Tesoro Calabria - per la perdita di una loro figlia, la giovane Simona Cavallaro, aggredita e uccisa da un branco di cani nella montagna di Satriano. Un fatto tremendo che però, in questo caso, non può ridursi a essere interpretato come una semplice fatalitá. Questa morte è l’emblema del sottosviluppo in cui è precipitato negli ultimi trent’anni la Calabria per la mancata tutela e manutenzione del territorio. Stiamo assistendo a un lento e costante abbandono della montagna e dei boschi. Processo inesorabile iniziato da almeno qualche decennio. Lá dove vi erano sentieri e strade battute ora vi è una terra di nessuno invasa dalla vegetazione e minacciata da incendi che hanno devastato il territorio in modo irreversibile. Tutto questo per colpa dell’uomo che non fa la manutenzione del territorio. Lo sappiamo tutti, perché tutto è sotto gli occhi di tutti che un territorio così abbandonato diventa anche facile preda di frane e alluvioni. Ma non solo: nel caso della drammatica morte di Simona Cavallaro esistono responsabilità oggettive perché un luogo frequentato doveva essere sorvegliato e non può essere lasciato alla macchia. Il fatto che un branco di cani circolasse per quei luoghi e nessuno prendesse provvedimenti è un fatto gravissimo soprattutto perchè il randagismo era un fatto risaputo e molto diffuso. La Regione ha la responsabilità di tutto ciò e non ha attenuanti. Rivolgo le mie preghiere alla povera Simona e ai suoi genitori, che dovranno affrontare la vita senza più la loro adorata figlia".
Bruni: "Dobbiamo mettere in atto un piano per la prevenzione del randagismo"
Amalia Bruni, candidata del Centrosinistra alla guida della Regione commenta con dolore la vicenda della ragazza, Simona Cavallaro, sbranata dai cani a Satriano. Bisogna fare una riflessione dolorosa e profonda. “Cordoglio e vicinanza alla famiglia di Simona, non oso immaginare il dolore dei suoi cari per una perdita così ingiusta, ma proprio per questo dobbiamo riflettere su quanto accaduto per evitare che un fatto simile possa ripetersi. Ho parlato con Cristiano Ceriello, leader della lista animalista che sostiene la mia candidatura e siamo d’accordo che dovremo attendere l’esito delle indagini per capire che cosa è successo. Bisogna però prendere atto che ci sono ritardi e omissioni da parte della Regione anche nella prevenzione del randagismo, fenomeno assai diffuso purtroppo dalle nostre parti. L'organizzazione internazionale della protezione animale ci dice che la Regione non ha ancora comunicato i dati sul randagismo del 2020 e che non ha mai attuato un piano serio di prevenzione. Eppure sono accantonati dei fondi ad hoc per la sterilizzazione e per gli aiuti alle associazioni di volontariato (uniche sul territorio a agire a costo di grandi sacrifici personali) ma niente è mai stato messo in atto. La Regione non ha mai attivato, se non in concomitanza delle elezioni, piani in tal senso dimostrando come sempre incapacità, inettitudine e incompetenza. In questo campo i volontari e le associazioni sono una risorsa indispensabile ma spesso inascoltata. E ancora una volta si va avanti con l’emergenza quando costerebbe molto meno risolvere il problema in maniera definitiva”.
Enpa: "Magistratura convochi responsabili morali"
Sulla tragica morte della giovane Simona Cavallaro, aggredita da un branco di cani randagi a Satriano, "l'unica persona che non ha diritto di parola è il presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, che invece dimenticando le responsabilità sue e dei suoi precedessori in materia di prevenzione del randagismo e di sanità veterinaria, oggi si dichiara sgomento". Lo ha dichiarato Carla Rocchi, presidente nazionale dell'Enpa. "Ai familiari e agli amici di Simona - aggiunge Rocchi - va la nostra partecipazione al dolore che li ha colpiti, così come va il nostro abbraccio alla comunità di Soverato. Siamo distrutti e indignati perché queste tragedie non devono succedere ed è possibile evitarle con la prevenzione". Per Enpa, la Regione Calabria "è colpevolmente inadempiente da anni sul tema della prevenzione del randagismo. La sanità regionale è commissariata - dichiara la presidente Rocchi - il commissariamento è stato un atto necessario ma evidenzia anni e anni di cattiva gestione, di sottovalutazioni, di inadeguatezza, di omissioni. Su una cosa sono d'accordo con Spirlì: la magistratura deve individuare i responsabili. Ma siano individuati anche i responsabili morali di quella tragedia, quegli amministratori regionali e locali che non hanno mai applicato correttamente una legge che esiste da trent'anni e che, se applicata come avviene in molte altre Regioni italiane, probabilmente l'aberrazione di avere libero un branco di una decina di cani inselvatichiti non ci sarebbe stata. E invece è successo". Rocchi auspica che "il presidente facente funzioni della Regione sia ascoltato dalla magistratura immediatamente, oggi stesso, visto che ha anche la delega alla tutela della salute e alle politiche sanitarie; dia conto di cosa ha fatto la Regione per controllare il randagismo, spieghi perché la Calabria è interessata da un randagismo senza controllo". Enpa si riserva comunque di agire in proprio con il proprio Ufficio Legale denunciando con un esposto le omissioni di tutti questi anni.
Lav: "Serve politica controllo randagismo"
“Leggere di questa tragedia ci ha profondamente addolorati ed esprimiamo tutta la nostra vicinanza alla famiglia della ragazza”. Lo dice Ilaria Innocenti, responsabile della LAV Area Animali Familiari, commentando la notizia della ventenne sbranata ieri da un branco di cani durante un’escursione nella zona delle Serre calabresi, a Satriano (Catanzaro). "La drammatica vicenda - dice - sottolinea anche la necessità di prevenire accadimenti del genere con una politica di controllo del fenomeno del randagismo finora molto lacunosa in Calabria. E' urgente – prosegue – intervenire in questa regione con un’attività sistematica di censimento, microchippatura, sterilizzazione dei cani randagi, nonché di corretta detenzione e controllo di quelli di proprietà specie se utilizzati per la guardia a greggi o altre attività”. La LAV da qualche anno, spiega, "pubblica regolarmente un dossier sul randagismo con i dati forniti dalle Regioni, e la Calabria da tempo non trasmette questi dati, alla nostra Associazione ma neanche al Ministero della Salute. Eppure, la situazione randagismo in Calabria - continua - è grave e va affrontata con urgenza e in maniera programmata. Auspichiamo - conclude - che quanto accaduto possa dar luogo ad un rapido cambiamento di rotta e offriamo la nostra disponibilità alla partecipazione ad un tavolo tecnico con le istituzioni. In autunno in Calabria si svolgeranno le elezioni regionali e la nuova Amministrazione dovrà assolutamente porre il randagismo tra le priorità di intervento”.
Baldini: "Occorre gestione che protegga specie animali e uomo"
"La vocazione turistica delle nostre montagne non é conciliabile con la presenza di un predatore naturale come il lupo. I pastori devo prendere cani sempre più forti per proteggere il gregge ma le conseguenze sono evidenti, pericolose e soprattutto allontanano i turisti". E' quanto afferma, in una nota, la deputata di Coraggio Italia, Maria Teresa Baldini commentando l'episodio accaduto in Calabria alla ragazza di Soverato uccisa da un branco di cani maremmani. "Anche gli investigatori - aggiunge Baldini - hanno definito questi animali molto aggressivi. In questo caso si trattava di cani ma il problema è lo stesso che ho più volte denunciato a proposito dei lupi. Occorre una gestione organizzata, che preservi la specie ma che tuteli soprattutto l'uomo, l'agricoltura, il bestiame. Serve intervenire, ed intervenire con tempestività con un piano efficace da sviluppare nelle diverse regioni italiane e con progetti concreti per la tutela e la conservazione dell'ambiente nell'interesse di uomini e animali". Per la parlamentare "è inutile parlare di turismo della montagna se non si tutela prima lavoro e turismo preservandolo da animali naturalmente predatori. Il governo deve intervenire urgentemente su questo per evitare problematiche sempre più complesse".
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