Lamezia, inaugurata sezione del Museo diocesano dedicata alla visita di Papa Benedetto XVI

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Lamezia Terme – Durante l’evento dal tema ‘Arte e Fede: radici nel passato e ricerca creativa’ è stata inaugurata la nuova sezione del Museo Diocesano. Si è trattato di una inaugurazione che va a pieno regime con gli obiettivi cardine di un museo, perchése il compito di un museo è quello di fare memoria l’inaugurazione di questa nuova ‘parte’ del museo, dedicata alla visita pastorale di Papa Benedetto XVI, avvenuta il 9 ottobre del 2011, vi rientra a pieno diritto.

Il nuovo ‘segmento’ museale raccoglie ed espone testimonianze, manodopera e maestranze locali che hanno un alto valore artistico. Oltre a rimarcare il suo valore storico la conferenza di inaugurazione è stata un modo per aggiornarsi sulla erigenda Concattedrale dedicata a San Benedetto. Durante l’incontro cui è seguita la visita guidata all’interno delle nuova sezione: talari, paramenti sacri, documenti sono stati mostrati e spiegati ai vari ospiti che hanno visitato la nuova sezione museale.

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Il vicedirettore del museo diocesano di arte sacra Paolo Francesco Emanueleha introdotto i relatori ospiti e ha spiegato il tema del convegno: ‘Arte e fede’ e il legame esistente fra queste due parole. “Arte e fede sono stati i temi di cui si è discusso stasera, tematiche proposte da tanti autori del passato fra cui Tommaso D’Aquino. I due termini - ha continuato - cioè l’arte unita alla fede, costituiscono un legame indissolubile”.

Un concetto, quello di ‘Arte unita in un tutt’uno alla fede’ più volte replicato durante il dibattito. “In ogni opera d’arte - ha specificato Emanuele - vi è sia animo sia sentimento è l’artista ha saputo cogliere queste due qualità dandogli il giusto connubio”. “Pertanto la visita del Sommo Pontefice è stata e continua ad essere una ‘scintilla’ che ha prodotto un processo virtuoso che è sempre in continuo divenire, un evento, pertanto, che va ricordato e vissuto ed è questo che il museo di arte sacra vuole fare”.

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A spiegare nel dettaglio la creazione delle opere, consistenti in croci, talari pastorali, anfore per l’olio crismale, mantello e altre sete, l’orafo Gerardo Sacco, che si espresso soddisfatto e “ben contento di avere realizzato questi manufatti, una cosa veramente bella che mi ha piacevolmente impegnato soprattutto per quanto riguarda la ricerca dei materiali più adatti e giusti”.

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Il parroco di Soveria Mannellidon Roberto Tomaino, nell’esprimere il suo gradimento nonché il profondo significato religioso riguardo le opere realizzate da Gerardo Sacco ha sottolineato quanto sia “inscindibile il rapporto fra fede ed arte, un vincolo questo - ha chiarito - molto antico e che porta da sempre il sincero impegno di tante menti umane”. “Il credere e il creare sono in stretta connessione perché il creare vuole aprire al credere, in modo che la realizzazione e il significato di un’opera sia accessibile a tutti. In più le opere d’arte rappresentano sia la fede di un popolo sia chi le ha realizzate”. Don Roberto conclude la sua relazione con una frase, attinente alla tematica dibattuta nella serata, di Giovanni Paolo II: «Nella bellezza il bene si è rifugiato». “Ed è proprio la bellezza - ha concluso il parroco - che queste nostre opere, tese a valorizzare Dio, da oggi custodite nella nuova sezione del museo, vogliono significare”. 

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Apprezzamenti per le opere di Gerardo Sacco sono arrivate dal VescovoLuigi Cantaforache ha inoltre tenuto a sottolineare, anche lui, come hanno fatto gli altri relatori l’orgoglio e l’importanza della visita del Santo padre descrivendola come un “dono del Signore”. Parla poi della erigenda Concattedrale il Vescovo, cui la sua vicinanza con il comune vuole significare un importante legame ovverosia quello di: “Unire il sacro rappresentato dalla Concattedrale e l’umano rappresentato dal Comune”.    

Francesco Ielà

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